1923 - 1936
Periodo di formazione artistica nella bottega di Tommaso Cascella
Determinante per Giuseppe Di Prinzio fu l’incontro con Tommaso Cascella.
Il grande maestro, importante punto di riferimento soprattutto nel campo della ceramica, si rese conto delle capacità del giovane artista quando gli fece decorare un piatto di terracotta smaltata di bianco: era un esame che, per quanto semplice, evidenziò subito il talento di Di Prinzio.
Peppino racconta (audio)
Le stupende ceramiche di quel periodo, le cui scene centrali erano del maestro e i bordi decorati di Di Prinzio, venivano portate per la cottura a Rapino, un centro assai rinomato per la presenza di ceramisti, tra i più qualificati del tempo, come Bontempo, i Cappelletti, i Bozzelli ed altri.
In quel periodo Di Prinzio accompagnò in numerosi viaggi Tommaso Cascella, impegnato in mostre in diverse città italiane. A Brescia, nel 1928, dovette gestire da solo l'allestimento di una mostra, rimanendo nella città lombarda per tutto il tempo dell'esposizione.
Trascorse un anno anche a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, per assistere Gioacchino Cascella nell'esecuzione di opere che una ditta del posto aveva commissionato al fratello Basilio.Nella bottega della famiglia Cascella ebbe modo di imparare la tecnica della litografia, usata magistralmente da Basilio, come dimostrano le cartoline eseguite dal maestro e prodotte dalla stamperia dei fratelli Ciglia.
La consuetudine e l'amicizia profonda che si sviluppò con Tommaso e con i suoi fratelli Basilio e Gioacchino, avrà per Giuseppe un ruolo determinante nel suo stile di vita legato alla ricerca artistica e all'impegno per la ceramica.
La frequentazione del laboratorio gli diede anche modo di stringere rapporti di amicizia molto intensi con i figli di Tommaso, Pietro e Andrea.
In un'intervista del 1992 Pietro Cascella ricorderà con molto affetto “Peppino” per le sue qualità umane e artistiche. Lettera di Pietro Cascella con trascrizione
Negli anni '30 Di Prinzio prese parte attiva alla vita culturale di Pescara frequentando diversi laboratori artistici tra i quali quello di Emilio Polci, ceramista proveniente da Castelli e quello più rinomato di Armando Cermignani, valente xilografo e importante uomo politico della regione, senatore socialista. Inoltre era a contatto anche con uomini di cultura come il poeta Alfredo Luciani, il musicista Michele Muzii e il letterato Luigi Polacchi.
A quegli anni risale l'amicizia con lo scrittore Ennio Flaiano, con il fotografo Pasquale De Antonis e con sua sorella Anna, collaboratrice dello studio fotografico, che più tardi diventerà sua moglie.
Cermignani ideò una grande mostra a Pescara in una scuola di via Venezia, dove esposero tutti i più importanti artisti abruzzesi, Crocetti, Cermignani, Febo, Pittoni, Picini, Bellei, Tommaso Cascella e altri, per la cui realizzazione si diede l'incarico a Di Prinzio.
Dal 1926 al 1940, partecipò alle mostre sindacali abruzzesi e alle le Triennali di Milano, e sue opere vennero esposte all'estero, ad Utrecht, a Berlino, a Londra, a Budapest.
Nel 1936 Giuseppe Di Prinzio, presente alla III Mostra Sindacale Abruzzese tenutasi a Pescara presso il liceo D'Annunzio, con le opere “Ritratto di Gaetano” e “San Giorgio” ottenne un lusinghiero riconoscimento di critica.
Di quell'esposizione Luigi Battaglini, in un ampio servizio apparso su “La Provincia Dannunziana” scrisse “il giovane Di Prinzio, già apprezzato ceramista, da poco si è dato alla scultura, ma subito si è mostrato degno di attenzione, cosicchè è lecito aspettarsi molto da lui in un prossimo avvenire. Nell'ultima mostra molto è piaciuto il suo San Giorgio, possente ed espressivo.”